N.1: C’è sempre un buon motivo per amare la vita
Già proprio così. E’ stata la prima cosa che ho pensato quando sono tornata nella mia auto dopo l’intervista per la storia della settimana. Si chiama Mao, è un ragazzo incredibile. Ha poco più che vent’anni, un incidente stradale lo ha reso tetraplegico ma lui si ritiene “felice, con molte opportunità, non cambierebbe la sua vita con quella di nessun altro“. Insomma, in 2 ore mi ha insegnato più cose di molte altre persone che incontro da una vita. Ma ogni parola mia sarebbe futile, leggete la sua storia nel Magazine. Vi cambierà la vita.
Tengo a precisare che Mao è tetraplegico a causa di un incidente stradale in cui è stato coinvolto come vittima. Per quanto ci faccia star male, non è questa la sede adatta per accusare o imputare, se qualcuno dovrà scontare una pena la sconterà. È bene lasciare alla giustizia il suo lavoro, a noi il nostro: quello di valorizzare la vita, un miracolo.
Solo una cosa è doverosa: quando ci mettiamo alla guida andiamo piano. Soprattutto rispettiamo la segnaletica e le altre persone, quello che è successo a Mao o a chi lo ha travolto potrebbe succedere a chiunque. A chiunque.
Ecco perché la mission giornalistica di Desert Miraje™ – Magazine di inchieste e storie di vita è quella di proporre ogni settimana una mini inchiesta conoscitiva in formato web, vale a dire un reportage o un breve reportage che racconti una storia forte capace di motivare le persone. Dietro alle storie, infatti, si nascondono le più disparate tematiche sociali: diversità, inclusione, ambiente, animali, sostenibilità, covid, sanità, immigrazione, parità di genere, ecc.
Così questa settimana è dedicata all’inchiesta conoscitiva sulla diversabilità (termine che preferisco di gran lunga a “disabilità”), sugli incidenti stradali e, ancora, su Gaeta. Perché è la mia città, è la città di Mao, e io sto partendo da qui. Non c’è cosa più bella che valorizzare le proprie radici. Nonostante tutto. Nonostante tutto.
Quando ho vinto la borsa di studio al talento femminile di Valore D nel 2016, per il master in Diversity Management & Gender Equality, sapevo di essere diversa, ma non sapevo di essere una persona come tante, come tutt*: perché sì, siamo tutt* diversi! Non c’è consapevolezza più bella di questa. Ti permette di esprimerti, di essere te stesso, di gridare a gran voce chi sei, cosa vuoi, cosa fai. Nessuno potrà fermarti!
Sono carichissima, è merito di Mao. Mi ha passato un’energia e una voglia di vivere che non hanno paragoni. Ho scritto la sua storia emozionata, sentendo tutto l’onore e l’onere, perché è una grande responsabilità riportare notizie così forti e allo stesso tempo così delicate. Spero di riuscire a trasmettere nell’articolo almeno una piccola parte di quello che Mao ha trasmesso a me.
Tra l’altro non finisce qui. Perché domani, sabato 20 marzo, tra le 15.00 e le 17.00 a Radio Civita Inblu lo intervisterò di nuovo, in diretta. Avverrà nel nuovissimo mio programma, Generazione U-mana – Storie che arrivano alla pancia delle persone e ne approfitto per ringraziare ancora una volta il direttore Don Maurizio Di Rienzo per questa bella opportunità. Potrete seguirla direttamente su www.radiocivitainblu.it. Lì ci sono tutti i riferimenti per sentirla live, in FM, o in podcast.
Come dico spesso, se riusciremo ad aiutare anche una sola persona in ascolto avremo raggiunto l’obiettivo.
Non molliamo!
Miraja
giornalista del ventre
“Storie che arrivano alla pancia delle persone”