N.11: salvare il pianeta vuol dire salvare noi stess*
C‘è un’immagine che mi ha reso consapevole del problema ambientale: degli orsi polari magrissimi che rovistano tra i rifiuti di un Polo troppo verde e poco freddo. La prima volta che mi è venuta davanti ho pianto, a singhiozzi. Mi sono sentita una stupida, egoista, senza ritegno. E mi sono rimproverata di tutte quelle volte che non avevo differenziato, che avevo buttato a terra una cicca di sigaretta, che avevo lanciato una carta o un pezzo di plastica dal finestrino. Mi sono sentita uno schifo per aver preso l’auto anche quando non serviva, per aver acceso il condizionatore con 20° fuori, di aver fumato, lasciato il drink per strada a fine serata, di aver sputato il chewing gum nel vento.
Ora ne ho consapevolezza e voglio prendermi cura dell’ambiente e di me stessa. Sono anni che faccio la differenziata e voglio farla sempre meglio. Raccolgo carte invece di buttarle, tolgo dal mare ogni pezzo di plastica che vedo, sto provando a mangiare meno carne e a rispettare di più gli altri esseri viventi. Voglio migliorare, voglio essere una persona migliore. Voglio cambiare questa situazione, voglio salvare questo pianeta. E’ la mia casa, è la nostra casa.
Questa settimana sul Desert Miraje™ Magazine la storia di un gruppo di ragazz* davvero in gamba. Il movimento libero giovanile si chiama Clean Up Gaeta-Formia, 9 giovani che stanno aiutando il Sud Pontino a ripulire le spiagge e a sensibilizzare le persone a non sporcare. Ogni giorno diventano di più, leggete cosa fanno.
Sono davvero tanti e sono ovunque i dati che possono farci rendere conto della drammaticità della situazione. Nella storia che vi ho appena linkato ce ne sono un po’. Basta ricordare la Pacific Trash Vortex, l’isola di plastica grande tre volte la Francia nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico. Io non so voi, ma non posso vivere bene sapendo che da qualche parte tanti esserini stanno soffocando per plastica e microplastiche, mi sento malissimo. E sapere che quella roba potrò mangiarla e che potrà intossicare anche me è il minor male, anzi è karma.
Vi prego, riflettete su questo argomento. Non perché sta a cuore a Desert Miraje™, ma perché c’è in ballo il nostro futuro. La nostra vita. Questo è un appello alla sensibilità, alla coscienza, all’intelligenza. Non permettiamo che questo mondo finisca. L’Apocalisse siamo noi.
Io ho un sogno: tornare nel Giardino dell’Eden. Cambiare il mondo, salvarlo, lasciare che lui cambi noi. Trasformarci con lui, andare verso la parità degli esseri viventi, il rispetto reciproco e il perfetto equilibrio dell’ecosistema. Magari torneremo a passeggiare nudi, perché Madre Natura così ci ha fatti, a mangiare dei frutti della Terra e ad accarezzare i leoni mentre finalmente possono girare dove vogliono senza venire ammazzati. Io sogno un mondo migliore e voglio impegnarmi per realizzare questo sogno. Forse la scena che ho immaginato è idillica e utopica (per voi, forse, non per me :D), di certo qualcosa dobbiamo fare, se non vogliamo autodistruggerci o estinguerci.
Buon miraggio,
Miraja