La storia della prof di Gaeta Manuela Garau, “il dolore mi ha fatto rinascere molte volte”
Da qualche mese, dopo una vita di ostacoli, Manuela ha perso il su compagno Andrea e ha fondato GDR – IL GIORNO DELLA RINASCITA per aiutare gli altri. Oggi è una persona rinata e ha deciso di raccontarci il segreto della sua forza
“Esiste un tempo per nascere, uno per morire, uno per rinascere”. Questa la citazione di vita di Manuela Garau, 48 anni di origini sarde e insegnante di Italiano a Gaeta, nella scuola media Principe Amedeo della provincia di Latina. Manuela è solare, bellissima, traspira energia da tutti i pori. È una forza della natura, un’insegnante che ama i suoi alunni, un dono del cielo.
E ne ha passate così tante che stenti a credere possa essere ancora così pura.
Da qualche mese, infatti, dopo una vita di ostacoli, Manuela ha perso il su compagno Andrea. L’ennesima persona della sua vita che ha assistito a causa di una malattia. Oggi è una persona rinata e ha deciso di raccontarci della sua forza. Come si fa a passare tutto questo e a continuare a vivere?
“La morte di mamma, zia e Andrea sono state un’esplosione che si usa per domare certi incendi. Un grande shock emotivo che spegne disagi cronici preesistenti – racconta in Zoom, la voce tremolante e gli occhi pieni di vita – per lenire il tempo del Natale per me malinconico giravo di libreria in libreria. La lezione della farfalla(di Daniel Lumera e Immaculata De Vivo, ndr) è stato uno specchio per me. Il simbolo della farfalla con empatia, gentilezza e perdono, 3 aggettivi che rappresentano la mia persona, mi hanno fatta riprendere. Posso stare male quando ascolto o avverto le persone, sai?”.
Sì, è così Manuela: si prende cura delle anime, non solo delle persone. Soprattutto di quelle degli alunni della sua classe: una classe molto particolare, “molti alunni hanno disagi familiari grandissimi – spiega – Quest’anno al mio rientro scolastico ho utilizzato alcune tecniche di coaching per raggiungere degli obiettivi con i miei alunni, tra cui studio e didattica, relazione, sport e creatività. Per educarli all’importanza di queste tematiche, una per una. Ne è uscito un lavoro meraviglioso, i ragazzi sono una sorgente di acqua pura”.
Cerco di capire, ed effettivamente la vita di Manuela è anche piena di gioie. Due figli meravigliosi, la “capacità di fare coppia genitoriale con il suo ex marito”, la missione di aiutare i giovani e tanti altri progetti. Eppure, nonostante la sua positività, non è mai stata tutto oasi e palme. Neanche ora lo è, anzi, ancora una volta si è rivelata un deserto.
“Con gli anni ho maturato che la fede è personale, anche i sacramenti devono essere una scelta. Io sono diventata cristiana da qualche tempo, perché l’ho scelto. Dio ti lascia libera di fare ciò che vuoi e di esprimerti come vuoi. Ed è proprio questa libertà che mi ha fatto guarire.
“Ho capito che tutto ciò che ci succede non dipende dagli altri – continua – la mia depressione, per esempio, è stata mia, non c’entrano nulla le altre persone. La morte che ha scaglionato la mia vita negli ultimi 8 anni, accompagnare alcune persone che amo fino alla fine, tutto mi ha aiutato a capire chi sono. Credo che le energie che accumuliamo se sono positive ci aiutano a realizzare ciò che desideriamo. Prima di Andrea ero un’altra donna”.
Come può un forte dolore renderti migliore? “Ti fa morire e poi rinascere. Ti fa incenerire e poi risorgere come la fenice” risponde sorridendo. “Prendiamo la fede: un percorso nostro, interiore. Credo in un Dio che governa tutte le cose. Ci sono cose che stanno accadendo che sono superiori a me. Ho tentato due volte il suicidio. La prima volta in una fase terribile, seguendo quella ‘regola’ che in un certo senso la società ti costringe a vivere, che consiste nell’asciugarti le lacrime e ad accettare tutto, qualsiasi cosa.
“Ecco perché sono morta e rinata tante volte: ho vissuto molti momenti bui. E Andrea ha avuto questo di speciale: mi ha riconosciuta, come madre e compagna, perché prima Manuela non esisteva. Ero stata calpestata e schiacciata. È arrivato in un momento difficile e ha saputo tenermi la mano. Lui era un uomo molto forte.
“Ma il mio percorso l’ho fatto da sola. Ci siamo incontrati per crescere”.
Poi è arrivato il lockdown che ha bloccato tutto. Ennesimo deserto nella vita di Manuela. “Ho vissuto 5 mesi senza potermi operare, mi era stato diagnosticato un cavernoma di tipo emorragico. Nove ore di operazione, 2 giorni di terapia intensiva e un taglio alla testa enorme. Il medico mi diceva ‘è incredibile come tu abbia potuto superare tutto’. Mi hanno aperto la scatola cranica. Quella cosa che avevo attaccava la parte del cervello che andava ad infierire sul linguaggio.
“Eppure la mia più grande malattia non è stato il cavernoma ma il male di vivere”.
Allora le chiedo: chi è Manuela? “Manuela è quella che vuole andare al Peter Pan a fare l’infermiera ai bambini nei reparti di oncologia. In un’altra vita sono stata sicuramente un medico. Da quando Andrea è morto ho sviluppato una malattia autoimmune. Ma credo che con la mente si possa guarire da ogni cosa.
“Questo è un percorso tutto mio, lo devo solo a me stessa. Oggi per la prima volta posso dirmi: ‘Manuela, se cadrai saprai rialzarti. Adesso non hai più bisogno di nessuno’. Anni fa ho avuto un incidente frontale, in cui mi sono rotta molte parti del corpo. Sono stata un mese al letto, pensavo di essere rimasta paralizzata, non sentivo più le gambe. Ma la più grande sofferenza che avevo era di non riuscire ad essere me stessa. Io sono nata per aiutare gli altri. Una persona mi amerà quando mi lascerà essere questo e fare questo”.
Così, Manuela è rinata ancora. Nonostante tutto, nonostante i venti avversi, l’arsura, il caldo deserto della sua vita. Si porta dentro il dolore della perdita, ma prova ogni giorno a trasformarlo in qualcosa di costruttivo, in una lezione da imparare.
“Oggi mangio la vita a morsi e vivo come se dovessi morire domani. Non rimando più niente. Vado a vedere mostre da sola, viaggio da sola. Il danno più grande che ho fatto a me stessa è stato rimanere per anni intrappolata nella ragnatela della casa. Vorrei che i miei figli un giorno fossero in grado di allontanarsi in totale autonomia. Mia madre mi chiamava ‘il suo sole’ e oggi risplendo davvero. I prossimi passi saranno l’editoria e il teatro”.
Manuela è felice perché ha trovato il suo ikigai. La sua missione è aiutare i giovani ed è con loro che si sta ancora formando. “Voglio dire loro ‘siate ribelli che chiedono ascolto’. Questo amo fare, educazione di denuncia. Spesso i giovani subiscono tramite i genitori. Spesso gli adulti e le donne non denunciano. Intanto sto studiando per un secondo lavoro, sempre per aiutare i ragazz*, voglio dare di più ai miei figli e a me”.
Quale miracolo della natura, conoscere persone in grado di trasformare il deserto in un’oasi? Noi a Desert Miraje® abbiamo visto accadere tanti miracoli e tanti ancora ne vedremo accadere. Perché si può soffrire tanto, ma ogni sofferenza può insegnarci qualcosa, può farci migliorare. Paradossalmente può anche renderci felici.
“Da quando è morto Andrea sono un vulcano, ho preso in mano la mia vita – aggiunge Manuela – l’ho amato tanto e gli sono riconoscente per tutto. Per lui sto portando avanti il progetto GDR – GIORNO DELLA RINASCITA, perché me lo aveva detto lui.
“Voglio arrivare al massimo della mia evoluzione, ma occorre desiderio di imparare – conclude, il mio cuore è pieno di emozione e vorrei poterla ascoltare per altri 3 giorni – è facile lavorare con le eccellenze, ma la vera vittoria è lavorare con il diamante allo stato grezzo”.
Miraja
Giornalista del ventre
“Storie che arrivano alla pancia delle persone”
Conosco Manuela da tanti anni, i nostri figli adesso ventenni, frequentavano la stessa classe primaria, poi ci siamo ritrovate come insegnanti dello stesso istituto comprensivo , ma in settori diversi. Non ci siamo mai conosciute a fondo, ma a prima impatto, bellezza a parte, hanno sempre colpito la sua dolcezza e solarità. Poi sono apparse anche evidenti la sua professionalità, preparazione, determinazione e capacità comunicativa. Sono felice che sia riuscita a rinascere da tanto buio e sofferenza. Spero di riuscirci anche io. Buona vita Manuela
Ciao Anna grazie di cuore per il tuo commento. Manuela è davvero una persona fantastica e con la sua testimonianza sta dando forza a tutte noi. Un abbraccio virtuale e buon miraggio🏝
Bellissimo complimenti ad entrambi
Grazie di cuore Giorgio!
A volte noi donne pensiamo di essere le uniche a vivere momenti difficili ,terrificanti,chi per un modo e chi per un altro…ma da questa storia dobbiamo imparare e farci forza per andare avanti…. La vita non é facile…ma quello che una donna può fare é incredibile peroprio come questa signora Morire e Rinascere più forti
Ciao Nancy grazie di cuore per il tuo intervento♥️abbiamo bisogno di coraggio ecco perché è stato fondato il Desert Miraje® Magazine: portare speranza e luce nel mondo!
Continua a leggere le nostre storie e facci sapere la tua. Buon miraggio🏝
Grazie Nancy per questo tuo commento. Siamo più forti di quello che vogliono farci credere ♥️buon miraggio✨🏝