Rosario Cienzo, personaggio molto attivo nel sociale a Gaeta: i suoi inizi e i progetti futuri
Il mio sogno è legato all’idea di società giusta, equa, dove non a parole ma a fatti, vengano tutelati i diritti di tutti, in cui non ci siano differenze di genere. Una società in cui essere e sentirsi tutti fratelli e sorelle”.
Questo il sogno di Rosario Cienzo, persona sensibile e attiva nel, sociale nota nella città di Gaeta (LT), tra le tante cose, per essere da 7 anni il responsabile LILT delegazione Gaeta della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Latina. La LILT che, a livello nazionale, è l’unico Ente Pubblico su base associativa con sede a Roma, vigilato dal Ministero della Salute, che si occupa principalmente di prevenzione e ricerca scientifica (scopri di più)
Ma il suo sogno, che ci ha lasciate incuriosite e commosse, parte da motivazioni molto più profonde. Motivazioni legate alla spiritualità, alla fede e al misticismo, in cui Rosario Cienzo è immerso. “Vivo tutto questo da sempre, grazie alla mia formazione – racconta con timidezza in un pomeriggio di maggio in compagnia di un’amica e collega, il nostro mentore Sandra Cervone – ho vissuto 9 anni con le suore e 10 anni all’oratorio Don Bosco. Lì c’è stato l’imprinting.”
“Sono nato con il sociale, mia madre mi racconta che quando avevo circa tre anni e avevo tanti giocattoli che mi regalavano; vicino a me c’era un ragazzo che aveva una disabilità fisica e io un giorno gli regalai tutti i giocattoli. Penso che sia iniziato lì il mio impegno sociale, giocando per strada con lui. Se guardiamo ancora più indietro, l’impegno sociale sta nel mio DNA, perché i miei genitori lo hanno sempre fatto”.
Per quanto si sia sempre prodigato da volontario senza dirlo a nessuno, ma sicuramente con il cuore, nel 2009 Rosario ha conosciuto Fabio Ricci, senologo e direttore clinico della Breast Unit del Santa Maria Goretti di Latina. Lì ha avuto l’intuizione di portare la LILT a Gaeta per aiutare non solo il singolo ma più persone insieme. L’altra spinta importante verso quella che può essere definita la sua missione di vita c’è stata come consigliere e come delegato nelle Amministrazioni, dal 2007.
“Quest’anno ho seguito un corso in Caritas italiana per fare volontariato e mi hanno assegnato i centri d’ascolto per stranieri. Dopo le elezioni andrò nelle mense o nelle case con malati di Alzheimer. Un’esperienza forte e umanamente interessante, che desidero fare. Sono felice che la vita mi abbia aiutato a svolgere questo ruolo anche nel lavoro. Dopo 20 anni in un’agenzia marittima di Civitavecchia, che ha chiuso definitivamente, mi sono ritrovato a collaborare con una cooperativa che si occupa di migranti. Così, seguendo il corso degli eventi, ho chiesto alla cooperativa di impiegarmi a tempo pieno.”
Sì, pare proprio che Rosario Cienzo abbia trovato il suo ikigai, ovvero dal giapponese “la sua ragione di vita”. Il motivo per cui siamo qui sulla Terra, il punto di intersezione tra lavoro, missione, passione e vocazione, che la mattina ti fa alzare dal letto con il sorriso. Uno stile di vita che ti permette di vivere dignitosamente, facendo ciò che ami con soddisfazione (per saperne di più clicca qui)
“Attenzione – si schermisce, sempre col sorriso – non è che sia l’uomo perfetto! Anzi! La mia qualità migliore penso sia proprio… l’imperfezione!”
“Lavoro come mediatore culturale perché sono laureato in inglese e spagnolo – spiega Rosario – lavoro principalmente con l’inglese. Oggi abbiamo tanti ragazzi pakistani, bengalesi, ucraini, c’è una varietà di lingue importante. Mi occupo di interpretariato e do assistenza ai nostri legali per le pratiche legate a permessi di soggiorno o pratiche sanitarie. Spesso faccio da accompagnatore alle visite mediche.”
Che rapporto hai con gli utenti? Rosario si emoziona. Poi prende il cellulare, si alza dalla sedia e mi raggiunge dall’altra parte del tavolo. Mi mostra qualcosa che non condividerebbe con nessuno. Per pubblicare questo screen abbiamo insistito noi. “Un rapporto fraterno, di cooperazione. Mi imbarazza pubblicare una cosa del genere”. Lo sappiamo, Rosario, ma ci tenevamo troppo. Perché questi sono i messaggi belli da condividere.
Non solo. Una volta Rosario si è ritrovato con il camice per aver accompagnato una signora a partorire. “E’ stata una delle gioie più grandi della mia vita. Sono papà e so cosa vuol dire. Mi sono sentito onorato. La signora era sola, c’ero solo io e le sono stato accanto con gioia. Ora abbiamo molti ucraini e li sto accompagnando a fare il triage e i vaccini a Formia. E spesso capita di prendere un caffè insieme o un gelato con i loro bambini”.
Rosario è cresciuto a Gaeta Vecchia, nel quartiere di S. Erasmo al quale tutt’oggi è molto legato. “Sono considerato un figlio della piazza. Sono nato in casa e sono stato cresciuto dalla piazza, perché i miei genitori hanno sempre lavorato. In particolare in estate con la scuola chiusa andavo dal vicinato. Il mio quartiere, piazza Cavallo, quella è la mia casa e la mia famiglia, almeno con 15 famiglie è così.”
“Ho perso mio padre a 17 anni e mezzo. Si è ammalato che ero in prima media, ho vissuto il suo calvario fino a quando non c’è stato più. Essendo figlio unico sono sempre stato molto legato a mia madre, legame rafforzato da questa vicenda familiare. Ho frequentato l’Istituto Nautico Caboto, mi sono diplomato presso la Scuola Superiore Interpreti e Traduttori di Roma e laureto in Lingue Straniere. E poi ho frequentato la scuola di perfezionamento della lingua inglese a Londra e spagnolo a Malaga. Oggi ho due figli adulti che hanno la loro vita e nel mio piccolo ho cercato di essere presente. Sono fiero di entrambi perché sono ragazzi liberi, senza condizionamenti o imposizioni. La loro realizzazione e la loro felicità sono le mie”.
Uno sportivo, un uomo di classe e eleganza, che non si fa mai mancare la partita di calcetto. “Adoro lo sport, in particolare il calcio. Da bambino giocavamo a pallone in strada, oggi mi diverto con gli amici a calcetto due volte a settimana. Il rapporto con questi amici è eccezionale, storico. Praticamente stiamo invecchiando insieme, abbiamo iniziato 30 anni fa, tutti con la stessa voglia di regredire e tornare bambini. Ecco perché credo molto nei giovani, nell’infanzia e nella purezza delle nuove generazioni.“
Di cosa hanno bisogno i giovani? “Che noi adulti ci impegniamo sempre più, per dare loro la possibilità di emergere, essere sé stessi e realizzarsi non solo nel lavoro, ma come uomini e donne, tirando fuori la loro vera natura. Quando sei sereno con te stesso stai bene nella vita e noi abbiamo il dovere sacrosanto di preparare con i fatti il terreno per farli esplodere. Come facciamo in cooperativa con i migranti, li accompagniamo alla realizzazione. Ecco perché dico sempre, ragazzi puntate sempre in alto, non scoraggiatevi mai, credete nelle potenzialità e nel futuro, anche se cadrete avrete sempre la forza di rialzarvi perché la vita sta davanti a voi. Noi vi saremo vicini per aiutarvi”.
Rosario, amante del sociale, non poteva non dedicarsi anche alla politica. In un’ottica che forse oggi per i più appare un miraggio, lui è prova vivente dei valori che lo spingono a farlo. “Gaeta da 10 anni a questa parte sta vivendo una sua seconda rinascita: la prima alla fine degli anni ‘50 e la seconda con l’attuale sindaco. L’obiettivo è di non fermarci, continuare e dare la possibilità al prossimo sindaco di creare ancora più servizi, ricchezza, benessere e apertura a tutti. Gaeta è benedetta: c’è arte, natura, spiritualità. Nel mio piccolo – conclude Cienzo – continuerò a impegnarmi sia a livello civile che sociale, a 360 gradi. Il mio impegno è per tutta la città di Gaeta e in particolare per il quartiere di Sant’Erasmo, pungolando l’amministrazione per recuperare piazze, vicoli, fare promozioni della cultura e della storia di Gaeta, collaborare con le associazioni e la parrocchia per stare più vicino alla comunità e donare anche lì il mio servizio”.
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