STORIE

Da Formia a Oxford: quando la cultura paga

Il suo percorso accademico alla Harry Potter è iniziato come tanti altri, da un comune liceo classico di provincia, il Vitruvio Pollione di Formia, all’università di Oxford per il dottorato: la storia del 23enne Valentino Gargano

Valentino Gargano (Vale, come preferisce farsi chiamare), 23 anni, di Gaeta, è ciò che viene comunemente definito un “cervello in fuga”.

Dopo una laurea triennale in Classics alla UCL di Londra, ha conseguito un master in Greek and Latin Languages and Literature presso l’Università di Oxford, dove al momento porta avanti una tesi di dottorato in Classical Languages and Literature.

Valentino nel giorno della sua laurea ad Oxford

Eppure, il suo percorso accademico alla Harry Potter è iniziato come tanti altri, da un comune liceo classico di provincia, il Vitruvio Pollione di Formia, dove ha conseguito il diploma per poi decidere di studiare all’estero: “Quando ho fatto domanda per l’università a Londra, non ero sicuro al 100% – mi confessa – È stato più un provarci senza nemmeno crederci”.

Precedentemente Vale aveva avuto modo di svolgere esperienze di studio in Inghilterra, dal cui ambiente era rimasto affascinato: “Lì mi sentivo sicuramente più libero, ma probabilmente ciò era dovuto al fatto che fosse una delle prime volte in cui non ero legato all’ambiente opprimente della provincia”.

Valentino a Gaeta (LT)

L’ideale del Bel Paese sembra essere, infatti, molto lontano dalla concezione della maggior parte dei giovani italiani: secondo l’Istat, su un totale di circa 7,5 milioni di laureati, nel 2020 ne sono emigrati all’estero 31 mila e per quanto riguarda i Paesi di destinazione, quasi un emigrante su tre ha scelto il Regno Unito.

Non c’è da stupirsi, allora, quando nel PNRR si parla, se non esplicitamente di politiche migratorie, quantomeno di politiche mirate a contenere il fenomeno della fuga di cervelli, creando le condizioni per un Paese più moderno, accogliente e supportivo.

Valentino ad Oxford

Ma quanto quella dei giovani è una scelta politica e quanto invece una scelta personale?

Quando ho deciso di trasferirmi, c’è stato qualcuno, tra quelli che non mi conoscevano bene, che ha avuto da ridire, come se stessi togliendo qualcosa all’Italia, preferendo vivere altrove – mi spiega – Penso che da molti la mia scelta sia stata vista come un atto di snobismo, in realtà era semplicemente un progetto di vita legato alle mie necessità e al mio bisogno di libertà”.

Cosa ti piace di più dell’Inghilterra?” Gli chiedo a questo punto. “Secondo me in Inghilterra esistono tipi di rispetto sociale che in Italia non sono altrettanto robusti. Trovo che la condizione delle donne, della comunità LGBTQI+ e degli stranieri sia decisamente più avanti rispetto a qui. Questo non vuol dire che non ci siano aspetti negativi: c’è da dire che in Inghilterra esistono un elitismo e un classismo molto forti rispetto all’Italia e la divisione tra le varie classi sociali è più netta e accentuata”.

Valentino nel giorno della sua laurea ad Oxford

D’altronde, la sua ricerca di dottorato parte proprio dalle classi marginalizzate: “Sto cercando di dare un’interpretazione più completa di alcune tragedie greche: spesso si è dibattuto sulla rappresentazione di gruppi sociali marginalizzati nelle tragedie di Euripide, come le donne, gli schiavi e i barbari. Secondo me analizzando insieme le varie gerarchie, possiamo raggiungere non solo un’idea più chiara della rappresentazione di questi gruppi sociali all’interno dell’opera ma anche apprezzare maggiormente l’essenza tragica di questi capolavori.

Infatti, come già anticipato, il percorso accademico di Vale è caratterizzato da una serie di scelte contro-corrente, prima fra tutte, quella di studiare materie umanistiche: secondo uno studio condotto nel 2020 da Openpolis relativo alla segregazione di genere nei percorsi di istruzione,  risulta chiara l’esistenza di un gap tra donne e uomini, per cui le prime sarebbero più indirizzate dei secondi a materie riguardanti l’educazione, la salute, il welfare e le discipline artistiche o umanistiche.

Valentino in Sicilia

Quelli che hanno tentato di convincermi a studiare altre materie si rifacevano a presupposti che io non condivido: la preferenza per la stabilità economica, per il profitto e il guadagno. Tutte cose a cui ovviamente penso anch’io ma che nella mia scala di preferenze non sono neanche lontanamente paragonabili all’importanza che riservo al fare qualcosa che mi stimoli e che mi dia anche e soprattutto uno spazio per pensare in maniera autonoma, critica e creativa”.

Perché in fondo, è sempre di passione che si parla. Venire a patti con un ambiente totalmente diverso da quello in cui siamo cresciuti ci aiuta anche a comprendere meglio noi stessi e cosa ci rende felici (ricordate l’Ikigai?): “le nostre identità sono legate sicuramente all’ambiente in cui viviamo. Oggi penso di conoscermi di più e penso che se fossi rimasto in Italia mi sarei conosciuto di meno. Trasferirmi mi ha aiutato a scardinare preconcetti che avevo su me stesso e sulla persona che dovevo essere. A volte anche le scelte meno strutturate e pianificate ci possono gratificare e le stesse difficoltà possono contribuire a creare una versione di noi più autentica”.

Quindi non abbiate paura: esplorate tutte le opportunità che la vita vi offre e, così facendo, esplorerete voi stessi.

Irene Centola

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