Cerchi l’amore? Non sottovalutare questo
Le Dating Apps sono ormai diffusissime soprattutto tra le ultime generazioni: in questo articolo scopriamo i pro e i contro di questo nuovo modo di instaurare relazioni
Se c’è una cosa che odio è quando la persona vicino alla quale sono seduta in treno comincia a sbirciarmi il telefono.
Eppure, l’altra volta è capitato anche a me: involontariamente l’occhio è caduto sullo schermo del telefono del mio compagno di viaggio, un ragazzo sulla trentina intento a scrollare l’homepage di un app. Guardo meglio: si tratta di Tinder, il sito d’incontri più popolare al mondo che ad oggi vanta oltre 50 milioni di utenti registrati.
È vero, trovare la propria anima gemella non è sempre facile, soprattutto se non si è pronti ad amarsi in prima persona (hai mai sentito parlare di Love Coaching?): è per questo motivo che molti, soprattutto tra le nuove generazioni, ricorrono alle Dating Apps.
Ce n’è per tutti i gusti: oltre a Tinder, le più diffuse sono OkCupid (per i più romantici, dal momento che ha come scopo quello di trovare relazioni stabili e durature, non solo occasionali), Grindr (pensata esclusivamente per il mondo LGBTQI+), Happn (che funziona tramite GPS come una sorta di “Spotted”, per rintracciare persone incrociate durante la giornata, su un mezzo o in un luogo pubblico) e Bumble (per le donne intraprendenti, in quanto solo agli utenti di sesso femminile è concesso iniziare un’interazione con il partner).
Le Dating Apps hanno costituito una svolta per moltissime persone, soprattutto in seguito alla pandemia: secondo recenti studi, nel 2022 erano 337 milioni le persone che utilizzavano Dating Apps a livello mondiale, con una differenza con il periodo pre-pandemico (relativo al 2015) che ne registrava 198 milioni.
Secondo gli esperti, la pandemia ci ha inevitabilmente costretto a rinchiuderci sempre di più in noi stessi, e ciò non ha giovato all’affinamento delle interazioni umane, aspetto fondamentale per la costruzione di qualsiasi tipo di relazione: al contrario, la possibilità di avere accesso in breve tempo ad un numero illimitato di scelte ci ha resi dei veri e propri “consumatori di amore”, secondo una logica nociva e capitalista.
L’amore viene percepito come una merce e le persone come prodotti da scegliere o scartare, tramite un semplice gesto di swipe o match: lo testimoniano il modo in cui queste app sono costruite, con la possibilità di aggiungere le proprie preferenze proprio come se fossimo al supermercato.
“Ho deciso di disinstallare Tinder perché era motivo di sofferenza per me essere sottoposto al giudizio altrui, spesso molto superficiale e basato solo sull’ aspetto fisico. Secondo me le dating apps privano anche della libertà di scegliere: la persona perfetta non esiste e la modalità catalogo è molto limitante” afferma Fulvio, 23 anni.
“Io penso che sia molto soggettivo: è vero che esiste la modalità catalogo, ma questo può essere positivo per le persone timide che trovano possibilità che non avrebbero nella realtà. Io, ad esempio, tramite Tinder ho avuto modo di fare una delle esperienze che mi hanno reso più felice nella mia vita”: un punto di vista diverso quello di Arianna, 22 anni.
“Ho utilizzato Tinder per tre mesi e ho incontrato diverse persone: attualmente sono fidanzata con una persona che ho conosciuto tramite questa app e ne sono contenta, ma è pur vero che è fondamentale fare una selezione tra le persone che si potrebbero conoscere. Il divario tra uomini e donne è infatti molto alto: noi donne veniamo bombardate di messaggi, mentre per i ragazzi è molto più difficile ricevere approvazione” mi confessa Alessia, raccontandomi la sua esperienza personale.
In fin dei conti, sembra di capire che, come tutte le cose, dipende dall’uso che se ne fa: “secondo me esistono molti cliché sulle Dating Apps” – afferma Valentino, 23 anni – “il problema non sono le app ma il modo in cui noi vediamo le relazioni romantiche. La società ritiene che l’amore si basi sul valore, anche fisico, di una persona e le Dating Apps sono il riflesso di un’idea disfunzionale ben fissata nella società. È una questione di approccio al valore umano, ma questa cosa è tipica della società occidentale già da ben prima che queste app venissero introdotte”.
È quindi fondamentale imparare a decostruire ciò che la società ci ha sempre insegnato. Decostruire valori, pregiudizi e convinzioni e solo in questo modo saremo in grado di creare una società più etica, giusta e accogliente.
Irene Centola