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Quello che le mamme non dicono sul capoparto e il sangue

Un numero che farà sorridere e un po’ indignare, sicuramente farà riflettere. La nuova rubrica di Desert Miraje® contro gli stereotipi femminili della maternità esce ogni venerdì (o almeno ci provo). Che la mia testimonianza dia forza ma soprattutto consapevolezza a tutte le donne che la leggeranno

La prima volta che ho sentito questa parola ero da mia suocera e stavamo parlando della lista nascita per l’ospedale. “Poi quando verrà il capoparto...”. Che? Il caporeparto di cosa, ginecologia?

Come vedete avevo capito che a un certo punto sarebbe sopraggiunta a casa mia una sorta di infermiera a fare chissà cosa. No, il capoparto è un’altra cosa e trovo assurdo che nel 2024, a 33 anni e al settimo mese di gravidanza io non ne avevo mai sentito parlare. Io che mi informo su tutto. Io che mi occupo di donne nel mio lavoro. Tant’è che mia suocera si indignò “e dai, Mi, non sai neanche che cos’è il capoparto?”.

Io vorrei contare quante ragazze che non hanno figli, e non sono ossessionate dall’averne, conoscono questa parola. Perché non se ne parla a scuola, non se ne parla in TV, neanche nelle pubblicità. Il punto è che non c’è cultura, un corso decente, non c’è nessuno che ti spiega queste cose senza che tu non te le vada a cercare. Idem per il perineo. Quante ragazze sanno dove si trova e quali atrocità può subire con il parto naturale? Tabù?

Il capoparto in pratica è il primo ciclo dopo la gravidanza. In donne che non allattano arriva 6-8 settimane dopo il parto, altrimenti in teoria arriva dopo l’allattamento. In teoria, perché dipende dalla situazione.

Nel mio caso è arrivato non appena ho interrotto il latte materno a 40 giorni dal parto (scopri perché), dunque ad alcune donne può arrivare anche dopo uno, due anni dal parto. Ma spesso arriva dopo aver partorito a prescindere dall’allattamento. Ed è normalissimo, va bene così. Niente allarmismi.

C’è un luogo comune, dietro al tabù per cui non si parla proprio dell’argomento, come se il sangue delle mestruazioni fosse causato da un serial killer, per cui una donna “allatta pulito e un’altra no”. Cioè se allatti col capoparto “allatteresti sporco”. Ma che significa? Tutte cavolate. Non c’è scritto in nessuna rivista scientifica che le mestruazioni influiscono sull’allattamento.

Questa è una della lunga lista di stronzate, stereotipi, luoghi comuni e ignoranza che aleggia sulle donne. Una lista vecchia quanto il mondo. Perché se è vero che anticamente i cerchi di donne si tramandavano verità e saggezze è anche vero che la medicina, la scienza e la conoscenza hanno fatto passi da gigante, Antico Egitto a parte, dunque perché fossilizzarci?

Considerate una cosa: dovete sapere che dopo il parto ci saranno nella maggior parte dei casi circa 40 giorni di sangue che scorre. Sono le perdite post parto, una cosa fisiologica, ovvero lochiazioni rosse abbondanti che poi progressivamente diminuiscono e scompaiono. Rosse, abbondanti e maleodoranti. Vi consiglio di comprare degli slip assorbenti, anche se con buone probabilità vi infiammeranno la pelle e vi causeranno bolle e foruncoli. Ma questo è. 

Vi starete chiedendo: e la tua esperienza col capoparto? Che dirvi, ragazze, io mi sono detta testuali parole: manco mi sono ripresa dal parto che è arrivata la montata lattea (e fa male, leggi qua), manco mi sono assestata dall’allattamento che iniziano le coliche del neonato, manco finiscono le perdite post parto che arriva il capoparto. Cioè in pratica una volta che rimani incinta non riposi mai. Non c’è un attimo di sosta, per riflettere, per riprenderti, per realizzare cosa sta accadendo.

C’è del positivo almeno per me: a differenza di ciò che dicono il mio capoparto è durato pochi giorni ovvero 5 e non 10, flusso abbondante solo il primo giorno e niente dolori sotto la pancia. Premetto però che il mio ciclo è sempre stato regolare e per il pavimento pelvico ho un buon allenamento che seguo con la danza del ventre terapeutica che mi azzera tutti i dolori alla pancia (per approfondire visita la pagina “danza della dea” di questo sito, ndr).

Vale la pena fare un figlio? Sì, perché non c’è amore più grande di quello che ti riempie il cuore tuo figlio quando ti guarda. Ma per il resto è tutto pesante. Molto. E sarebbe il caso che ai corsi pre-parto iniziassero a inserire tutte queste verità, che ci spiegassero come si prende in braccio un neonato, come si cambia il pannolino, come farlo mangiare dal seno e come dal biberon.

Piuttosto che ripeterci “siamo rose che si schiudono” diteci la verità: siamo carni che si aprono, si tagliano, si ricuciono, siamo mucche che allattano senza sosta e davanti a tutti, siamo corpi nelle mani di infermiere che non sanno neanche prendere una vena. Siamo robot senza la batteria perché ci si aspetta sempre che “una mamma sappia fare tutto e che trovi le forze tramite i sorrisi del figlio“. 

Sì, fare un figlio è meraviglioso. Sentire il suo profumo, rivedere nei suoi occhi te allo specchio, abbracciarlo senza stancarti mai. Però una cosa non esclude l’altra. Nessuno ha mai messo in discussione che per vincere le Olimpiadi si debba lavorare sodo. Non c’è cosa migliore che essere consapevoli davanti alle cose e non ignoranti.

Ecco perché a tutte le mamme voglio dire: facciamoci forza e uniamoci invece di farci la guerra a quale figlio cresce di più o dorme di fila. Alle neo mamme voglio dire: lo so, è dura, la verità dovrete scoprirla da sole per lo più perché nella maggior parte dei casi si fa a gara a chi “tiene più sotto controllo” sé stessa e il piccolo/a.

Alle donne che non lo sono voglio dire: siate consapevoli il più possibile, affidatevi ai professionisti giusti e amate la verità. Non c’è cosa peggiore di trovarsi spaesate davanti a un bambino che piange, mentre si pensa che il sangue che scorre dalla vagina sia sintomo di un problema.

Buon miraggio!

Miraja

Foto di copertina da Pixabay.com

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