Chiamaka Sandra Madu, la brillante poetessa italiana
Ho conosciuto questa simpaticissima poetessa e mediatrice culturale in occasione del concorso letterario “Un Ponte di Parole” che, ogni anno, l’Associazione Letteraria e Casa Editrice deComporre, che mi onoro di presiedere, organizza per contribuire a promuovere e creare integrazione, diffondendo la cultura e i valori della pacifica convivenza fra culture differenti che animano e s’intrecciano, ormai da tempo, nel nostro Paese. Un contributo sociale e culturale che ci impegna non poco, nato da un’idea degli amici Felix Adado e Stefania Dell’Anno e al quale teniamo moltissimo. In sei edizioni abbiamo conosciuto veri e propri autori talentuosi che, provenienti da vari Continenti e residenti ormai in ogni angolo dello Stivale, hanno dimostrato di avere veramente “qualcosa da comunicare”, con versi e racconti sul tema.
Chiamaka Sandra Madu, in particolare, incarna direttamente nella sua persona il significato profondo del concorso: quel “ponte” fra cittadini italiani che lo sono da generazioni e cittadini italiani che lo sono diventati, vivendo nel nostro Paese pur non essendovi nati o coloro che, nati qui ma da genitori non aventi la cittadinanza italiana, sono considerati ancora “stranieri”. Si parla tanto ultimamente, del resto, proprio degli Afroitaliani o italiani afrodiscendenti che, nonostante siano nati in Italia, spesso non vengono riconosciuti come figli legittimi di questo Paese e non sempre riescono a diventarlo, pur ritenendolo un diritto e vivendo come se lo fossero.
La nostra poetessa ci racconta, nelle sue poesie, il proprio personale percorso di donna libera, le convinzioni acquisite e la sua sensibilità personale.
“Una giornata importante per me quel 9 luglio 2020! Arrivata dalla Nigeria (dove sono nata) con i miei genitori, in Italia, paese in cui vivo, sono cresciuta, ho frequentato le scuole primarie, secondarie fino all’attuale università. Oggi vivo a Milano, lavoro a Monza e posso viaggiare, partecipare a concorsi letterari, muovermi con libertà senza dover rinnovare il mio permesso di soggiorno ogni due anni“.
Certo, c’è ancora chi mette in dubbio la sua reale appartenenza al Bel Paese, magari fermandosi soltanto ai tratti somatici di Sandra, al colore della sua pelle, senza riuscire semplicemente ad accogliere una realtà.
“Ciò che mi rende me stessa è la mia esistenza fra due paesi, fra due o tre lingue, fra tante tradizioni culturali. È proprio questo che definisce la mia identità. Di sicuro non sarei più autentica se mi privassi di una parte di me! Nessuno può avere il diritto di negare una realtà, costringendomi ad essere una persona diversa! Oggi sono fiera di essere Chiamaka Sandra Madu, cittadina italiana dalle bellissime origini nigeriane. Tra l’altro il mio cognome, tradotto dalla lingua Igbo, significa persona e quindi essere umano, ciò che siamo, tutti, ancora prima di qualsiasi etichetta“.
Nella raccolta poetica “Nidi Vuoti”, che ha vinto la VI edizione di Un Ponte di Parole 2021, viene raccontato questo percorso di maturità e consapevolezza.
“Sono contenta di aver vinto e di aver avuto l’opportunità di pubblicare un libro mio con il quale spero di poter avvicinare più persone, in scuole, associazioni e comuni d’Italia per parlare di inclusione e di pacifica convivenza”.
Sandra Cervone
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