Una vita ad alta quota: da Ladispoli alla Val di Sole
Giulia Colangeli, 23 anni, di Ladispoli, ha deciso di cambiare totalmente vita e trasferirsi in Trentino per seguire le sue passioni: la vita ad alta quota e la scrittura
Dicono che casa sia ovunque si stia bene.
A confermarlo è la storia di Giulia Colangeli. Ventitré anni, nata a Roma e cresciuta a Ladispoli, questa massima l’ha fatta sua da quando ha deciso di lasciare tutto e trasferirsi in Trentino, per dedicarsi a ciò che ama di più: le passeggiate in montagna, la vita ad alta quota, il contatto con la natura.
Un bisogno, più che una passione, come non manca di sottolineare: “A Ladispoli non ci sono mai stata bene, non era un ambiente stimolante. Fin da quando sono piccola ho sempre fatto vacanze in natura grazie all’amore di mio padre per l’alpinismo ma la mia è molto più che una passione: ho bisogno di aprire la finestra e vedere il verde.”
Mentre mi racconta queste cose al telefono, passeggia tra i sentieri della Val di Sole, una delle località turistiche trentine, dove ad oggi lavora stagionalmente nel settore turistico e nel tempo libero come corrispondente per un giornale delle Valli, il Nos Magazine.
Del suo passato romano rimane ben poco: ormai dell’ambiente solandro (così è chiamata la popolazione della Val di Sole) ha acquisito tutto, persino l’accento, e quando glielo faccio notare mi racconta di come in pochi anni la sua vita sia completamente cambiata.
Dopo una laurea in Lettere Classiche presso la Sapienza di Roma, Giulia infatti arriva alla consapevolezza che l’ambiente accademico non fa per lei: “sono una persona molto spirituale e penso che tutto ciò che capita abbia un senso e mi faccia procedere a un livello successivo. Cerco sempre di allontanare la comfort zone. Il viaggio vero è questo: fare un lavoro un po’ più profondo su sé stessi.”
Come recita il titolo di un libro di Tiziano Terzani (autore a lei caro) “la fine è il mio inizio”, ed è proprio dalla fine che Giulia ripercorre a ritroso quelle che sono state le tappe più importanti della sua vita, grazie alle quali è giunta alla consapevolezza di dover calcare nuovi sentieri: prima il cammino di Santiago nel 2019, in seguito l’esperienza Erasmus in Scozia nel 2021 e infine una stagione lavorativa presso un rifugio ad alta quota.
“Dopo queste esperienze ho realizzato che non sarei rimasta a Roma e non avrei proseguito l’università. I miei amici e la mia famiglia mi conoscono forse meglio di me e hanno compreso. Sono io, piuttosto, che ci ho messo tempo a interiorizzare queste consapevolezze e a capire che posso fare qualcosa di buono nella vita anche senza andare all’università.”
Una decisione sicuramente non semplice, soprattutto perché nell’opinione comune esiste un unico percorso prestabilito per sentirsi realizzati nella vita, che passa per l’università prima e i vari master e dottorati dopo, a maggior ragione quando, come nel suo caso, si viene da studi di tipo umanistico. Invece Giulia gli unici sentieri che ha deciso di percorrere sono quelli di montagna, ancora meglio se meno battuti.
Tra i tanti impegni, sicuramente anche lo yoga, conosciuto nel 2018 e approfondito veramente solo in Trentino grazie alla scoperta del Pranic Healing, che Giulia mi spiega essere “un percorso terapeutico di costruzione del carattere”.
Ma al di là dello yoga e della meditazione, la spiritualità di Giulia emerge anche dal modo che ha di vivere l’ambiente che la circonda: “la grande svolta per me è stata diventare vegetariana, un paio di anni fa, per motivi etici e ambientali – mi racconta – da quando ho iniziato a camminare faccio a meno di tutto ciò che è superfluo. Non voglio essere una persona che rimane attaccata alle cose. A parte i libri, tutto ciò che realmente mi serve può stare in uno zaino, e anche piuttosto piccolo visto che peso 40 Kg e non riuscirei a trasportarne uno troppo grande!” aggiunge, scherzando.
Ricordate quando vi abbiamo parlato del potere calmante dei libri? Ecco, Giulia non può farne a meno.
La passione per i libri e per la scrittura sembra infatti essere un elemento costante nella sua vita, nonché uno dei suoi progetti futuri. Dopo aver curato una guida di sentieri sulla Valmalenco, Giulia ha in programma di continuare a scrivere altro: “l’obiettivo della scrittura è quello di poter viaggiare quando voglio: nel mio futuro vedo una vita da freelance senza full-time devastanti, in cui posso avere il tempo di lavorare e al contempo girare il mondo. In particolar modo mi piacerebbe visitare l’Asia, da cui sono molto attratta.”
Secondo un recente studio, infatti, dall’inizio della pandemia il numero di nomadi digitali è aumentato del 50% rispetto agli anni precedenti e in Italia questo fenomeno sembra interessare più le donne che gli uomini, a differenza degli USA. Di questi circa il 72% ha una laurea triennale o equivalente e solo il 33% ha la magistrale: molti di loro lavorano part time (29%) come freelance per diverse compagnie (36%) o come dipendenti fissi (21%), altri ancora sono imprenditori (33%).
Durante la nostra chiacchierata, Giulia più volte mi ripete, scherzando, che, nonostante le sue massime di vita, è ben lontana dall’essere un guru spirituale. Eppure, quando le chiedo quale sia il messaggio finale che vuole trasmettere ai lettori, mi risponde saggiamente che “quando c’è una stasi o una crisi bisogna guardare oltre il proprio naso” e che l’unico modo per farlo è “cambiando punto di vista, abbracciando il cambiamento e continuando a decostruire le consapevolezze, perché non abbiamo mai la verità in pugno e bisogna sempre essere aperti al dopo”.
Irene Centola